L’arte delle origini

Come tutti noi ben sappiamo la maggior parte delle testimonianze artistiche dell’età paleolitica sono state rinvenute nella regione franco-cantabrica (zona che si sviluppa tra la Francia, Spagna, Germania meridionale e Svizzera) sia per quanto riguarda l’arte parietale (composta prevalentemente da pitture e incisioni realizzate in grotte) sia per quelle manifestazioni artistiche che vengono denominate arte applicata (piccole statue, oggetti e utensili necessari per la vita quotidiana).

È indubbio che l’arte paleolitica abbia avuto un carattere prevalentemente magico e religioso. Se pensiamo alle immagini di animali trafitti o caduti nelle trappole tese dagli uomini, è facile intendere, se non addirittura scontato, che siano scene legate all’attività della caccia ma dobbiamo anche ricordare che queste immagini avevano un valore propiziatorio per la buona riuscita delle battute che avrebbero permesso gli approvvigionamenti e il sostentamento del proprio clan.

Le caverne potevano assolvere anche il ruolo di veri e propri templi in cui si celebravano cerimonie magiche (o religiose) a cui alluderebbero immagini ibride in cui possiamo vedere esseri metà umani e metà animali.

Le più importanti pitture rupestri

Tra le molte pitture rupestri che sono state ritrovate in tutto il mondo, ve ne sono tre che possono essere ritenute tra le più importanti per poter apprezzare questa misteriosa rappresentazione artistica.

Le pitture della grotta di Lascaux

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Possiamo solo immaginare cosa possa aver provato chi, nel 1940 nel piccolo villaggio francese di Montignac nel dipartimento di Dordogne, ha scoperto la grande sala che è diventata celebre in tutto il mondo.

La sala principale misura circa 30 metri in lunghezza ed in essa sono state conservate, grazie alle condizioni climatiche, figure di tori, cavalli, cervi e altri animali a volte difficili da riconoscere. Tutte le immagini che si possono ammirare in questa sala sono caratterizzate da colori rossi, bruni e neri su fondo più chiaro.

Le pitture della grotta di Altamira

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Le grotte scoperte ad Altamira in Spagna (nella zona di Santander) presentano figure realizzate con uno stile simile a quello di Lascaux; possiamo notare che i colori dominanti sono molto simili (bruno, nero e ocra). In queste grotte salta ai nostri occhi un dettaglio molto particolare: i contorni rafforzati. Questo particolare conferisce all’immagine un certo realismo.

La grotta delle mani

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Questa incredibile grotta si trova in Argentina e presenta una tecnica che è stata ritrovata anche in Francia nella Grotta di Gargoo.

Qui possiamo vedere come l’uomo preistorico abbia usato una cannuccia per spruzzare il colore con lo scopo di creare i contorni delle mani, che erano state appoggiate alla roccia. Questo tipo di rappresentazione ha il valore di un contrassegno personale e potrebbe addirittura poter essere intesa come una sorta di sottoscrizione di impegno nei confronti di tutta quanta la comunità o clan.

L’arte applicata

In quest’epoca della Storia dell’Umanità si intende per arte applicata l’insieme degli oggetti decorati che avevano prevalentemente un’utilità nel quotidiano.

Tra i vari manufatti di questo genere possiamo trovare ossi decorati, denti e anche i famosi bastoni forati (chiamati anche bastoni del comando) che potevano essere usati anche per raddrizzare le frecce. Tutti questi manufatti presentano decorazioni semplici e schematiche e di carattere fortemente geometrico; i manufatti più raffinati presentavano anche decorazioni più complicate con figure di animali come cavalli e renne.

Nella regione del Danubio sono state ritrovate anche molte statuette, che rappresentano prevalentemente figure femminili ricavate da un blocco unico di pietra tenera, come l’argilla, o addirittura in avorio.

Come possiamo vedere nelle foto in galleria le statuette sono di carattere stilizzato e mettono molto in risalto i seni, il ventre e i glutei, tutti simboli di fertilità.

Nel Neolitico abbiamo un passaggio fondamentale che ci porta verso forme di vita più avanzate, che comportano anche un cambiamento del linguaggio artistico. È in questo periodo che abbiamo una grande produzione di manufatti in terracotta e compare la prima ceramica dipinta con disegni geometrici oppure a reticolo, come a voler riprodurre la lavorazione del vimini.

Verso il IV e il III millennio a.C. in Europa (soprattutto nella zona nord-occidentale) si formano quelle culture che chiamiamo civiltà megalitiche, che dedicano al culto dei morti dei sepolcri collettivi costituiti di pietre colossali realizzati con pietre grezze; manufatti che chiamiamo dolmen.

Più conosciuti e d’impatto visivo molto più forte sono i monumenti che chiamiamo menhir, costituiti di blocchi di pietra infissi al suolo e disposti a circolo o allineati.

Stonehenge
tra il 3100 a.C. e il 1600 a.C.

Molto legate a questo concetto di produzione artistica sono le stele scolpite, che vengono anche chiamate statue-menhir, che hanno un carattere antropomorfo e sono destinate alla funzione commemorativa dei defunti.

Esempi di questo genere d’arte applicata si possono trovare anche in Sardegna nei nuraghi, costruzioni che hanno una forma troncoconica con una copertura a volta dal chiarissimo impianto megalitico. Questo tipo di costruzioni mettono in luce anche un importante aspetto che è quello della capacità tecnica, infatti i nuraghi sono stati costruiti con pietre aggettanti che si restringono alla sommità.

Nuraghe Losa – Abbasanta

Il periodo preistorico termina quando l’uomo scopre il bronzo, che è una lega di stagno e rame, in questo periodo si ha uno sviluppo economico e sociale tale da permettere la formazione di grandi civiltà nella zona mediterranea con una conseguente produzione artistica caratterizzata da una maggior complessità e raffinatezza.

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